Andare in archivio è sempre un’avventura. E’ un momento in cui la storia si riscopre nei documenti; ma è anche il momento in cui tu, leggi e confronti ciò che documenta la storia. Entrando in quell’istituto, di solito un edificio storicamente importante, sei colmo di informazioni storiche e ricolmo di un desiderio di confronto, di curiosità e cominci a cercare. All’inizio non sai nemmeno bene cosa; questo perché i documenti sono disposti e ordinati secondo delle regole. Quali? Cominci a capire l’importanza del titolario di classificazione: il quale ti consente di comprendere la genealogia dei documenti. Qui incontri poi molti altri strumenti di ricerca come possono essere i vari indici, inventari, schede…Magari ingenuamente pensavi che tutto fosse ordinato e disposto secondo delle regole a te note e vicine o magari già conosciute…Cominci a capire la complessità della vita di un documento. Le vicissitudini che l’hanno portato a noi sono simili a quelle della vita di una persona. Infatti è nato sotto un impero e oggi viene letto in una nazione libera. Purtroppo lui è muto, non parla, ma ha la caratteristica che si lascia leggere. Si possono capire una molteplicità di cose, può essere visto come il capostipite di un ben preciso momento: rappresenta infatti un momento, lui è semplicemente un atto, che fa parte del lavoro di un impiegato che sottostà alle leggi…Quante cose abbiamo già capito. Ora basta precisarle, darle una connotazione storica.
Essendo filologo, sono abituata a fondare i miei studi soprattutto su supposizioni, approfondimenti su pochi documenti disponibili dell’epoca, quasi sempre dobbiamo desumere e ricostruire, lasciando sempre e purtroppo un ampio spazio non all’errore, ma per delle successive scoperte che ci aiutino a colmare quelle lacune…
Ad un primo acchito sembra tutto basato sulla tua disponibilità di concentrarti e di approfondire quei fogli vecchi, con antiche e obsolete formule di congedo o saluto, con scritture lontane dai font dei nostri Pc, con protocolli rigidissimi…Ecco un’altra cosa che come filologo sono abituata: la scrittura. Questa affascinante trasposizione di pensiero su carta. Occhielli, lunghissime “L”, “G”….sembrano quasi lettere d’amore e non rigide imposizioni dettate dai vari Decreti Regi… Ah si, ecco dove la storia vera e propria ha origine. Nelle varie successioni di Amministrazioni ovvero dei vari poteri che si sono seguiti nel territorio che ti interessa. Identificare con certezza quando e perché quel documento è stato scritto significa capire lo scopo di quel foglio. Qua comincia il lavoro vero e proprio. Se nella filologia devi trovare le varianti nel testo che ti permettono di identificare le parentele tra i vari manoscritti testimoni di un’opera, così qui, nell’archivistica, con la determinazione della successione dei poteri già un singolo foglio diventa storia.
Qui cominci un po’ a scontrarti con le varie realtà. Come in tutte le cose ci sono diversi punti di vista. L’interpretazione del documento è sempre la parte più difficile. Non bisogna far dire al documento più di quello che c’è scritto.
Nemost dokumentov
Kot filolog moji studiji temeljijo na domnevah, globlji studiji niso možni, na žalost je zelo malo ohranjenih dokumentov, skoraj vedno moremo sklepati in nanovo graditi in na žalost pustiti vedno prostor, ne za napako ampak za novosti katere nam bodo omogućile pokriti tiste lacune.
Tako so dokumenti priče zgodovinskih dogodkov katere moremo razbrati. V pomoć nam je zgodovina sama, katera nam sugerira zakaj je ta dokument nastal, kateri je njegov namen in to je nam razumljivo in vidno samo preko studija Uradov, z identifikacijo oblasti ki so si sledile na “ozemlju” tvojega studija. Naš cilj je določiti kdaj in zakaj je tisti dokument nastal in to pomeni razumeti namen tistega papirja. Če v filologiji so spremenljivke tiste ki ti dovoliljo razumeti sorodstvo rokopisovo, tako v arhivistiki določiti nasledstvo ali zaporedje Uradov dovoli samemu papirju biti zgodovina.
(Izlaganje je održano 27. studenoga 2004. na 1. ZAD — danu)